Ambinete&Servizi
L'appello: Mantenere in vita l'Ambiente & Servizi
19-mar- 2012
L’appello che Rifondazione comunista, “Baco Resistente” e “la Cgil che vogliamo” al consiglio comunale che dovrebbe essere proclamato la prossima settimana è di mantenere in vita l’Ambiente e servizi, salvaguardando il servizio pubblico e il livello occupazionale. Partendo dal presupposti che esistono ati e deliberazioni assunte dalla massima assise rappresentativa, quella in carica fino all’8 gennaio 2012, e dal commissario prefettizio Giuseppina Di Rosa, che hanno deliberato la ricapitalizzazione della società partecipata al cento per cento dal Comune, che significa il suo mantenimento in vita, sulla base di un credibile piano industriale, che ha consentito nella discussione dell’istanza di fallimento l'accettazione del concordato per ridurre situazione debitoria. Il già capogruppo de “La sinistra per Scalzo”, Eugenio Occhini – nel corso di una conferenza stampa alla presenza anche del dirigente regionale di Rifondazione comunista, Pino Commodari, e di Giovanni Montesano de “La Cgil che vogliamo” – ricorda che il 3 gennaio scorso il consiglio comunale, che in buona parte è composto dagli stessi consiglieri comunali in attesa di proclamazione, ha deliberato la ricapitalizzazione della società partecipata al cento per cento dal Comune, che significa il suo mantenimento in vita, sulla base di un credibile piano industriale, che ha consentito nella discussione dell’istanza di fallimento l'accettazione del concordato per ridurre situazione debitoria. Cosa è cambiato da allora? “Avevamo già avuto sentore che ci fosse una scuola di pensiero in questa città sostenitrice dell’intenzione di chiudere questa società sulla base dell’affermazione che esiste una gravissima situazione gestionale – ha esordito Occhini -. Noi ci siamo battuti per cercare di salvaguardare l'Ambiente e servizi, anche perchè ci sono gli ultimi atti del consiglio e della Giunta che vanno in questa direzione, gli unici atti prodotti degli organismi titolati a prendere tali decisioni”. Occhini, infatti, ricorda che è stato ribadito di mantenere in capo al Comune lo smaltimento della differenziata in capo all’Ambiente e Servizi e di mantenere in vita società, con il mantenimento del servizio pubblico e il livello di occupazione esistente, vale a dire 36 unità. Obiettivi, questi ribaditi in tutti gli atti del Comune licenziati negli ultimi tre anni, compreso quello del 1 marzo 2012 quando il verbale dell’incontro registrava la ricapitalizzazione della partecipazione, richiamando le delibere del 31 marzo 2011 e del consiglio comunale del 3 gennaio 2012. Alla luce di queste considerazioni, quindi, secondo Eugenio Occhini, “la decisione del sindaco di chiudere l’Ambiente e servizi, arrivando al nuovo bando, è illegittima. Una decisione che spianerebbe la strada – visto siamo sicuri che a questo bando non parteciperà nessuno – all’integrazione del servizio per la parte che l’Aimeri, che si sta occupando anche della differenziata in via eccezionale in questo momento, ancora non ricopre. La presunta decisione del proclamato sindaco, non considero la sua elezione legittima – dice ancora Occhini – non assicura efficienza del servizio visto che l’equazione che propone da imprenditore, che vede la privatizzazione e l'esternalizzazione come opportunità per superare le difficoltà gestionali e pareggiare i conti”. Occhini contesta: tutti i dati che abbiamo in possesso dimostrano che la privatizzazione del servizio pubblico, non solo non è la panacea di tutti i mali, ma anzi porta all'aumento dei costi dei servizi, alla diminuzione della qualità e della quantità del servizio, e della fruibilità intesa come accesso dei cittadini, mentre c'è un sistematico aumento delle spese di pubblicità”. Come dire visto che non si può dimostrare l’incremento dell’efficienza, la diffusa convinzione che tutto funzioni meglio l’apprendiamo direttamente dai media. Occhini smentisce anche una delle argomentazioni portate a supporto dal sindaco Abramo per giustificare la chiusura dell’Ambiente e servizi: l’altissimo costo del personale. “Secondo Abramo si tratta di un costo individuale che si aggira a 75 mila euro a persona, e hanno qualifiche troppo elevati – afferma ancora – si tratta di 35 unità: 3 capisquadra, un addetto alle pulizie, 11 operatori, 15 autisti con doppia mansione, e solo 5 amministrativi; tutti in un modo o nell'altro sono tecnicamente addetti, per un costo di 100 mila euro complessivi, compreso di tutti oneri, mensili. Questi inquadramenti sono in linea con il contratto collettivo di lavoro dei servizi ambientali, nulla di stravagante e nuovo”. In più “la chiusura della società partecipata con la sua liquidazione, porterebbe a svalutare tutti i beni del patrimonio societario, disperso il know how ed esposto il Comune all'impegno debitorio al 100 per cento”. Insomma, rinnovare il contratto è la soluzione meno onerosa per il Comune. "Il fatto che come partito non siamo più rappresentati in consiglio comunale – ha esordito Pino Commodari - non ci impedisce di costruire l'opposizione in città, soprattutto alla luce della vicenda elettorale che ha mostrato l'enorme debolezza della democrazia in questo Comune e ha messo in evidenza quello che è il sistema esistente e prevalente per costruire il consenso in questa città, che sicuramente non si esime di mettere in discussione le più elementari regole democratiche e di legalità. Tutto questo fa pesare molto sulla legittimità dell'elezione del sindaco e del consiglio, indipendentemente dall'esito dei ricorsi e delle inchieste della magistratura. Non è possibile che a distanza di quasi un mese non abbiamo un consiglio comunale, non è solo una questione dello strumento della costruzione del sistema, ma attiene al funzionamento stesso della macchina elettivo”. Commodari si chiede come mai, dopo l’elezione di Abramo, si è riusciti a sgomberare le strade dai rifiuti in poco tempo, cosa che Traversa e il commissario non sono riusciti a fare. “Una contropartita doveva esserci – ha detto il dirigente regionale di Rifondazione - e alla luce di quello che è successo ci spieghiamo anche il perché. Come fa il sindaco a prendere queste scelte senza una discussione all'interno della stessa maggioranza, al di là di qualche cambiale che bisogna mandare all'incasso? La nostra contrarietà al processo di privatizzazione e non è una pregiudiziale di carattere ideologico, sono i numeri a dimostrarne il fallimento anche perché i costi non fanno che ricadere tutti sui cittadini a scapito anche della qualità”. E anche se Rifondazione comunista è fuori dal Consiglio comunale, resta pronta a svolgere la propria azione politica con un significativo apporto progettuale: “Rimaniamo sempre l'opposizione, non solo alla maggioranza di questa città. Siccome nei cinque anni precedente siamo stati maggioranza, e nel mondo della sinistra ci ha messo i bastoni tra le ruote, saremo opposizione dell'opposizione”. "Quando si parla di lavoro e lavoratori, è evidente come la democrazia a Catanzaro sia andata a farsi friggere – ha affermato Giovanni Montesano, de “la Cgil che vogliamo" - i metodi usati dalle amministrazioni sono sbagliato perchè non si pensa ad esempio alla raccolta della differenziata come un’occasione per creare occupazione e determinare un guadagno. La situazione calabrese è l’anomalia della democrazia visto che abbiamo più commissari che servizi, e la politica è gestita dagli interessi, soprattutto di famiglie che non pensano all'interesse collettivo della città, ma solo agli interessi di casta”..............................................................................................................................Maria Rita Galati