L’eretico Sergio Bellavita
L’eretico Sergio Bellavita
11-lun- 2016
Se fossimo stati nel medio evo
la condanna sarebbe stata di sicuro il fuoco.
Pentiti, gli avrebbero detto a mena dito.
Rinnega le parole le opere e le omissioni
chi lotta con i denti in Chiesa non ha ragione.
Chi pensa di dire a Dio che è un padrone
diventa destino di cenere e nero carbone.
I prelati tutti all’unisono hanno votato
il destino del condannato è stabilito.
Lo Statuto del Lavoro è garantito
bisogna finire e dare fuoco all’arbitrato.
La fiducia è un contratto a tempo determinato.
Cosi è stabilito.
Come la scadenza sul latte diventa reato;
la fiducia è un giocattolo regolarmente registrato.
Dalla folla una voce poi ha gridato:
“la fiducia venuta meno è pane azimo da bastonare
Dio è un padrone se vi da il potere di condannare”.
Il giudice supremo si alza in piedi dicendo:
“Gli avevamo detto di togliersi l’orecchino
in un sol modo è autorizzato persino da Ichino.
Gli abbiamo detto di tingersi i capelli,
non ci ha ascoltato nemmeno per quelli”.
Il condannato è stato accusato e processato
adesso deve essere nuovamente ridi-staccato
potenzialmente allontanato come un licenziato.
I lavoratori increduli mormorano a bassa voce:
"Chi ci difende a noi se Sergio cuoce”.
Ad un tratto mi sono risvegliato:
“ho sognato il medioevo e mi sento tutto sudato”.
la condanna sarebbe stata di sicuro il fuoco.
Pentiti, gli avrebbero detto a mena dito.
Rinnega le parole le opere e le omissioni
chi lotta con i denti in Chiesa non ha ragione.
Chi pensa di dire a Dio che è un padrone
diventa destino di cenere e nero carbone.
I prelati tutti all’unisono hanno votato
il destino del condannato è stabilito.
Lo Statuto del Lavoro è garantito
bisogna finire e dare fuoco all’arbitrato.
La fiducia è un contratto a tempo determinato.
Cosi è stabilito.
Come la scadenza sul latte diventa reato;
la fiducia è un giocattolo regolarmente registrato.
Dalla folla una voce poi ha gridato:
“la fiducia venuta meno è pane azimo da bastonare
Dio è un padrone se vi da il potere di condannare”.
Il giudice supremo si alza in piedi dicendo:
“Gli avevamo detto di togliersi l’orecchino
in un sol modo è autorizzato persino da Ichino.
Gli abbiamo detto di tingersi i capelli,
non ci ha ascoltato nemmeno per quelli”.
Il condannato è stato accusato e processato
adesso deve essere nuovamente ridi-staccato
potenzialmente allontanato come un licenziato.
I lavoratori increduli mormorano a bassa voce:
"Chi ci difende a noi se Sergio cuoce”.
Ad un tratto mi sono risvegliato:
“ho sognato il medioevo e mi sento tutto sudato”.