LACGILcheVogliamo
Area programmatica "La CGIL che Vogliamo"
19-mar- 2012
“la CGIL che vogliamo” Catanzaro
Giovanni Montesano
Sabato scorso a Lamezia Terme i compagni della CGIL Calabrese, che aderiranno alla nuova aria programmatica della CGIL; La CGIL che vogliamo, si sono incontrati insieme al compagno Giorgio Cremaschi, per sostenere il percorso sindacale scaturito dall’ultimo congresso. Con la CGIL, attraverso gli strumenti che lo statuto mette a disposizione, organizzare momenti di lotta che siano, d’impulso di proposta, e opposizione, quando quest’ultima diventa necessaria per l’intera organizzazione. La resistenza a Pomigliano dei lavoratori dello stabilimento FIAT, rende necessario resistere contro l’arroganza di un ceto padronale, che mercifica i diritti, riconducendoli alla sola produzione. Gli atteggiamenti della FIAT del Governo e della Confindustria, hanno delineato un attacco diretto, non soltanto ai lavoratori di Pomigliano, ma a tutto il mondo del lavoro. Un possibile e incostituzionale precedente estensivo, sotto la pressione di una crisi economica, e il ricatto di de localizzare la produzione, diventa strumento di contrattazione. L’atteggiamento della CSIL e dalla UIL, componenti insieme alla CGIL di una unità sindacale, diventata ormai solo burocratica. La forza dell’unità, era un valore aggiunto per la salvaguardia dei diritti dei lavoratori. Ma ormai, ci si sta insieme soltanto il primo Maggio. I rapporti sindacali di un tempo, sono stati macinati dalla necessità di sopravvivere, dentro un sistema che trasforma molte volte le organizzazioni sindacali, in azionisti di minoranza delle società. Non è più necessario difendere i diritti acquisiti. Il nuovo metodo concertato al ribasso; per salvaguardare la produzione, rappresenta l’unico rimedio alla crisi economica. Se oggi i lavoratori italiani devono competere con i lavoratori Polacchi. Domani lo faranno con i Cinesi, e magari si arriverà alla Corea del Nord. Questo è quello che auspicano i padroni. La CGIL è contro questa deriva e l’area programmatica sarà il nostro strumento per ridisegnare e rafforzare l’intera organizzazione. Partendo concretamente dal territorio, tracciare una politica sindacale che arrivi direttamente ai vertici della nostra organizzazione. Un sindacalismo partecipato che arrivi a produrre strumenti per sollecitare oltre le istanze del lavoro, una cittadinanza attiva, che risponda anch’essa, all’ormai perversione politica-sociale della nostra Regione. I nostro territorio, con tutti i drammi del lavoro; ultimo, l’incidente che ha causato il crollo del ponte a Soverato. Incidente pieno di responsabilità, che la magistratura speriamo faccia emergere. Oltre a quelli sul lavoro, gli altri drammi, sono anche sociali e si chiamano: ‘ndrangheta. Negli ultimi mesi, tra Guardavalle e Soverato, Gagliato, gli equilibri mafiosi cominciano a ridisegnare nuovi rapporti.- per improvvisa mancanza del titolare -. E in molti casi questi rapporti si intrecciano con le elezioni, con la politica a tutti i livelli. Lavori pubblici, supermercati, impianti eolici, sono i settori dove l’interesse mafioso emerge con più insistenza. Su tutto questo, il dramma del lavoro passa inesorabilmente nelle strettoie della benevolenza del politico di turno. O dei cosiddetti Prenditori-Imprenditori di Call Center che s’inventano una società, arraffano soldi e lasciano i lavoratori senza stipendio. E magari oltre alla perdita del posto del lavoro, si aggiunge una gestione burocratica da parte dell’Istituti di previdenza-INPS per l’erogazione degli ammortizzatori in deroga, che assottiglia ancora di più la possibilità di ottenere il riconoscimento del diritto. La CGIL che volgiamo come aria programmatica si costituirà ufficialmente a livello nazionale martedì prossimo. I compagni del territorio della provincia di Catanzaro, ufficializzeranno a livello territoriale questa scelta, nel primo direttivo provinciale utile della Camera del lavoro CATANZARO Lamezia. Con la CGIL, per la Calabria.
Sabato scorso a Lamezia Terme i compagni della CGIL Calabrese, che aderiranno alla nuova aria programmatica della CGIL; La CGIL che vogliamo, si sono incontrati insieme al compagno Giorgio Cremaschi, per sostenere il percorso sindacale scaturito dall’ultimo congresso. Con la CGIL, attraverso gli strumenti che lo statuto mette a disposizione, organizzare momenti di lotta che siano, d’impulso di proposta, e opposizione, quando quest’ultima diventa necessaria per l’intera organizzazione. La resistenza a Pomigliano dei lavoratori dello stabilimento FIAT, rende necessario resistere contro l’arroganza di un ceto padronale, che mercifica i diritti, riconducendoli alla sola produzione. Gli atteggiamenti della FIAT del Governo e della Confindustria, hanno delineato un attacco diretto, non soltanto ai lavoratori di Pomigliano, ma a tutto il mondo del lavoro. Un possibile e incostituzionale precedente estensivo, sotto la pressione di una crisi economica, e il ricatto di de localizzare la produzione, diventa strumento di contrattazione. L’atteggiamento della CSIL e dalla UIL, componenti insieme alla CGIL di una unità sindacale, diventata ormai solo burocratica. La forza dell’unità, era un valore aggiunto per la salvaguardia dei diritti dei lavoratori. Ma ormai, ci si sta insieme soltanto il primo Maggio. I rapporti sindacali di un tempo, sono stati macinati dalla necessità di sopravvivere, dentro un sistema che trasforma molte volte le organizzazioni sindacali, in azionisti di minoranza delle società. Non è più necessario difendere i diritti acquisiti. Il nuovo metodo concertato al ribasso; per salvaguardare la produzione, rappresenta l’unico rimedio alla crisi economica. Se oggi i lavoratori italiani devono competere con i lavoratori Polacchi. Domani lo faranno con i Cinesi, e magari si arriverà alla Corea del Nord. Questo è quello che auspicano i padroni. La CGIL è contro questa deriva e l’area programmatica sarà il nostro strumento per ridisegnare e rafforzare l’intera organizzazione. Partendo concretamente dal territorio, tracciare una politica sindacale che arrivi direttamente ai vertici della nostra organizzazione. Un sindacalismo partecipato che arrivi a produrre strumenti per sollecitare oltre le istanze del lavoro, una cittadinanza attiva, che risponda anch’essa, all’ormai perversione politica-sociale della nostra Regione. I nostro territorio, con tutti i drammi del lavoro; ultimo, l’incidente che ha causato il crollo del ponte a Soverato. Incidente pieno di responsabilità, che la magistratura speriamo faccia emergere. Oltre a quelli sul lavoro, gli altri drammi, sono anche sociali e si chiamano: ‘ndrangheta. Negli ultimi mesi, tra Guardavalle e Soverato, Gagliato, gli equilibri mafiosi cominciano a ridisegnare nuovi rapporti.- per improvvisa mancanza del titolare -. E in molti casi questi rapporti si intrecciano con le elezioni, con la politica a tutti i livelli. Lavori pubblici, supermercati, impianti eolici, sono i settori dove l’interesse mafioso emerge con più insistenza. Su tutto questo, il dramma del lavoro passa inesorabilmente nelle strettoie della benevolenza del politico di turno. O dei cosiddetti Prenditori-Imprenditori di Call Center che s’inventano una società, arraffano soldi e lasciano i lavoratori senza stipendio. E magari oltre alla perdita del posto del lavoro, si aggiunge una gestione burocratica da parte dell’Istituti di previdenza-INPS per l’erogazione degli ammortizzatori in deroga, che assottiglia ancora di più la possibilità di ottenere il riconoscimento del diritto. La CGIL che volgiamo come aria programmatica si costituirà ufficialmente a livello nazionale martedì prossimo. I compagni del territorio della provincia di Catanzaro, ufficializzeranno a livello territoriale questa scelta, nel primo direttivo provinciale utile della Camera del lavoro CATANZARO Lamezia. Con la CGIL, per la Calabria.