No tripe for cats
28-gio-2011
Di parole ce ne sono tante, ma la fantasia è poca e legarla ai luoghi non conviene. Di quelle che non capisco si trattiene, nell’epigrafe l’insegna. “The garden” gli hanno dato. Il nome hanno inventato per allettare la posizione di una palla sotto l’altra. Giusto appunto uno straniero, per abbinare l’emigrato Cenadese al forestiero. Di sintetico la terra verde prato messa sotto; da la è nato tutto, il nome e il suo costrutto. Se fosse lecito d’ordinanza, dovrebbe essere punita la poca fantasia utilizzata. Di plastica il sapore, di televisione l’aspetto. Non resta che mangiare e digerire al solito posto “sutta a strata, o a li giardini pe panchini". Il nome non si scopre, ma si eredità. il posto dove nasci non s’inventa. la terra scrive meglio e non si stanca, di vedere anglo-fonare parole; mo adesso stanca. fortunatamente che “vrodata”, non si decifra, né cannamasca né minichiadu si traduce; restando sempre quelle si danno pace. posti trasformati, da parole indefinite che decorano il presente e devastano il passato in un senso alterato. Senza senso giusto per farlo, un nome vale l’altro. lo scelgono i clienti a modo loro. Inglesi francesi e austroungarici, turisti del risotto ed emigrati della polenta, trovateglielo voi un nome ma che sia per sempre.