feb 2016
Parole per parole.
26-ven-2016
Mi sa che ho bisogno pure io di un po’ di yoga. Almeno quando due persone meditano sanno di scoprire sempre la verità. Na cosa…..Rino Gaetano è stato descritto dall’autore del libro come un eroe e un genio che tira la pietra e nasconde tutte e due le mani. Sa della massoneria ma non ne fa parte. Oppure ne fa parte ma non lo dice. Secondo l’autore del libro lo canta. Dice che nei testi delle sue canzoni c’è l’indicibile umano della società contemporanea del suo tempo. Una sorta di dan brown dell’eroe sacrificato alla verità post-massonica. Io naturalmente ho un altro concetto di Eroe, ed è più vicino al Luigi delle Bicocche di Caparezza, che berta filava di Rino Gaetano. Di tutto ha parlato. Massoneria, potere massonico, criminalità pidduista. Sembravi di sentire raccontare più la storia del figlio illegittimo di Ligio Gelli che di un Calabrese emigrato. Vissuto dentro una famiglia calabrese emigrata. Mi chiedo perché il tema dell’emigrazione meridionale, non è stato nemmeno sfiorato. Forse poco importante per l’autore, ma una inchiesta non può prescindere dal contesto. E lo stesso contesto non si può rivestire con abiti a misura per la sola inchiesta. Per quanto riguarda l’incidente stradale che ha causato la morte di Rino Gaetano, non ti dico niente. Una cosa però è emersa. Rino Gaetano era il fidanzato segreto di Emanuela Orlandi. Il Papa lo sapeva è invece di mandare una autoambulanza accessoriata di tutto, ne ha mandata una dei vigili del fuoco. Ha telefonato lui stesso direttamente ai nosocomi e ha chiesto ai primari del tempo, di manomettere tutte le attrezzature temporaneamente. Io lo so. La colpa della morte di Rino Gaetano è stata del Papa. Forse sarà il libro più letto e per promessa fatta lo leggerò. Non andrò su amazon, ma in libreria a Catanzaro Lido e chiederò al libraio se me lo può fare avere. E magari una volta letto scriverò più nel dettaglio. Non ti dico ancora niente, prima leggo. Ma in anteprima posso soltanto accennarti una cosa. E’ sta pronunciata da Antonello Venditti e quindi non ha nessun valore. Una stronzata delle sue dette in libertà. Rino Gaetano quando scriveva era posseduto da un ectoplasma…….non su cughiunuatti….. … Ps. Mi sa che non verrò mai più invitato a presentazioni di libri. poi te lo passo. tanto allo scrittore non importa dei soldi..diche che lo fa gratis. non dire niete a Bruno se no s'incazza
18-gio-2016
18-gio-2016
Quando uno studente viene torturato e ucciso per le idee che esprime è la scuola che muore per ogni suo ordine e grado. Non ci si può crederete, ma abbiamo un presidente del consiglio che ha letto Gramsci. Ha imparato come addomesticare l'opinione pubblica, ad uso e consumo di se stesso e del potere criminogeno che assomma. Chi legge e studia Gramsci per i diritti del lavoro e chi lo usa per soffocarli.
Antonio Gramsci: L’opinione pubblica.
Ciò che si chiama «opinione pubblica» è strettamente connesso con l’egemonia politica, è cioè il punto di contatto tra la «società civile» e la «società politica», tra il consenso e la forza. Lo Stato, quando vuole iniziare un’azione poco popolare, crea preventivamente l’opinione pubblica adeguata, cioè organizza e centralizza certi elementi della società civile. Storia dell’«opinione pubblica»: naturalmente elementi di opinione pubblica sono sempre esistiti, anche nelle satrapie asiatiche; ma l’opinione pubblica come oggi si intende è nata alla vigilia della caduta degli Stati assoluti, cioè nel periodo di lotta della nuova classe borghese per l’egemonia politica e per la conquista del potere. L’opinione pubblica è il contenuto politico della volontà politica pubblica che potrebbe essere discorde: perciò esiste la lotta per il monopolio degli organi dell’opinione pubblica: giornali, partiti, Parlamento, in modo che una sola forza modelli l’opinione e quindi la volontà politica nazionale, disponendo i discorsi in un pulviscolo individuale e disorganico. Tra gli elementi che recentemente hanno turbato il normale governo dell’opinione pubblica da parte dei partiti organizzati e definiti intorno a programmi definiti sono da porre in prima linea la stampa gialla e la radio (dove è molto diffusa). Essi danno la possibilità di suscitare estemporaneamente scoppi di panico o di entusiasmo fittizio che permettono il raggiungimento di scopi determinati, nelle elezioni, per esempio. Tutto ciò è legato al carattere della sovranità popolare, che viene esercitata una volta ogni 3-4-5 anni: basta avere il predominio ideologico (o meglio emotivo) in quel giorno determinato per avere una maggioranza che dominerà per 3-4-5 anni, anche se, passata l’emozione, la massa elettorale si stacca dalla sua espressione legale (paese legale non eguale a paese reale). Organismi che possono impedire o limitare questo boom dell’opinione pubblica più che i partiti sono i sindacati professionali liberi e da ciò nasce la lotta contro i sindacati liberi e la tendenza a sottoporli a controllo statale: tuttavia la parte inorganizzabile dell’opinione pubblica (specialmente le donne, dove esiste il voto alle donne) è talmente grande da rendere sempre possibili i boom e i colpi di mano elettorali dove la stampa gialla è molto diffusa e molto diffusa la radio (in monopolio controllato dal governo). Uno dei problemi di tecnica politica che si presentano oggi, ma che le democrazie non riescono a trovare il modo di risolvere, è appunto questo: di creare organismi intermedi tra le grandi masse, inorganizzabili professionalmente (o difficilmente organizzabili), i sindacati professionali, i partiti e le assemblee legislative. I consigli comunali e provinciali hanno avuto nel passato una funzione approssimativamente vicina a questa, ma attualmente essi hanno perduto d’importanza. Gli Stati moderni tendono al massimo di accentramento, mentre si sviluppano, per reazione, le tendenze federative e localistiche, sì che lo Stato oscilla tra il dispotismo centrale e la completa disgregazione (fino alla Confederazione dei tre oppressi)
Antonio Gramsci: L’opinione pubblica.
Ciò che si chiama «opinione pubblica» è strettamente connesso con l’egemonia politica, è cioè il punto di contatto tra la «società civile» e la «società politica», tra il consenso e la forza. Lo Stato, quando vuole iniziare un’azione poco popolare, crea preventivamente l’opinione pubblica adeguata, cioè organizza e centralizza certi elementi della società civile. Storia dell’«opinione pubblica»: naturalmente elementi di opinione pubblica sono sempre esistiti, anche nelle satrapie asiatiche; ma l’opinione pubblica come oggi si intende è nata alla vigilia della caduta degli Stati assoluti, cioè nel periodo di lotta della nuova classe borghese per l’egemonia politica e per la conquista del potere. L’opinione pubblica è il contenuto politico della volontà politica pubblica che potrebbe essere discorde: perciò esiste la lotta per il monopolio degli organi dell’opinione pubblica: giornali, partiti, Parlamento, in modo che una sola forza modelli l’opinione e quindi la volontà politica nazionale, disponendo i discorsi in un pulviscolo individuale e disorganico. Tra gli elementi che recentemente hanno turbato il normale governo dell’opinione pubblica da parte dei partiti organizzati e definiti intorno a programmi definiti sono da porre in prima linea la stampa gialla e la radio (dove è molto diffusa). Essi danno la possibilità di suscitare estemporaneamente scoppi di panico o di entusiasmo fittizio che permettono il raggiungimento di scopi determinati, nelle elezioni, per esempio. Tutto ciò è legato al carattere della sovranità popolare, che viene esercitata una volta ogni 3-4-5 anni: basta avere il predominio ideologico (o meglio emotivo) in quel giorno determinato per avere una maggioranza che dominerà per 3-4-5 anni, anche se, passata l’emozione, la massa elettorale si stacca dalla sua espressione legale (paese legale non eguale a paese reale). Organismi che possono impedire o limitare questo boom dell’opinione pubblica più che i partiti sono i sindacati professionali liberi e da ciò nasce la lotta contro i sindacati liberi e la tendenza a sottoporli a controllo statale: tuttavia la parte inorganizzabile dell’opinione pubblica (specialmente le donne, dove esiste il voto alle donne) è talmente grande da rendere sempre possibili i boom e i colpi di mano elettorali dove la stampa gialla è molto diffusa e molto diffusa la radio (in monopolio controllato dal governo). Uno dei problemi di tecnica politica che si presentano oggi, ma che le democrazie non riescono a trovare il modo di risolvere, è appunto questo: di creare organismi intermedi tra le grandi masse, inorganizzabili professionalmente (o difficilmente organizzabili), i sindacati professionali, i partiti e le assemblee legislative. I consigli comunali e provinciali hanno avuto nel passato una funzione approssimativamente vicina a questa, ma attualmente essi hanno perduto d’importanza. Gli Stati moderni tendono al massimo di accentramento, mentre si sviluppano, per reazione, le tendenze federative e localistiche, sì che lo Stato oscilla tra il dispotismo centrale e la completa disgregazione (fino alla Confederazione dei tre oppressi)