gen 2017
La Paranza-ta di de Magistris.
10-mar-2017
Caro Roberto gli insulti del tuo sindaco, perché insulti sono stati, sono di una miseria intellettuale ai limiti della decenza. Non ho molta stima dei Magistrati che decidono di candidarsi, lasciare la magistratura o sospendersi temporaneamente per fare politica. In special modo di quelli che dicono che non hanno potuto svolgere il loro lavoro come avrebbero voluto e costretti si sono candidati per continuare a svolgere quello che in altri ambiti non gli era permesso. E’ misero il ragionamento. Non trovo differenza tra il linguaggio di De Luca e la riflessione del tuo sindaco. In tutte e due c’è una caratteristica, denigrare e offendere. Lo considero linguaggio mafioso sia il primo che il secondo.
Quando ero consigliere comunale del mio paese, il sindaco e i consiglieri comunali ma anche la paranza dei sostenitori, mi dicevano che se scrivevo i miei articoli e li mandavo ai giornali, il paese faceva una brutta figura. Preferivano i giornalini e i manifesti che distribuivo nel paese. Cosa potevano pensare gli altri dei paesi vicini, se leggevano le accuse e le denunce che giornalmente io facevo. Cosa potevano pensare del mio paese, se l’acqua distribuita nelle case, era fatta passare potabile solo attraverso un alterazione dei certificati dell’Arpacal. Cosa potevano pensare se denunciavo l’uso volgare della gestione dell’impianto votivo al cimitero o quello dell’illuminazione publica. Oppure quando segnalavo strani pagamenti di missini fatti agli assessori.
Le prime volte mi facevano sentire pure in colpa. Una cosa i miei compaesani la pensavano su di me. Il solito testa di cazzo, ignorante e privo di qualsivoglia titolo scolastico. A te questo non te lo possono dire, ma ti dicono che fai soldi con il tuo sacrificio. Persino quando da consigliere eletto ho dovuto occupare fisicamente il comune per avere la copia del bilancio, mi hanno come al solito denigrato. Ero solo un consigliere che da solo pensava di cambiare il paese. Non il mondo, solo il mio paese. Non ci sono riuscito. Naturalmente non voglio paragonare la situazione di Napoli a Cenadi. Il mio sindaco non è stato de Magistris e io non sono Saviano. Non ho il suo spessore intellettuale ne la sua cultura. Io sono un coltivatore diretto delle parole, lui con le parole riveste la verità di senso. Solo l’età e la calvizie abbiamo in comune. Poi io non credo che avrei fatto la scelta di coraggio che ha fatto lui.
Il senso del linguaggio usato dal Sindaco di Napoli nel suo post ha lo stesso ed elementare criterio di giudizio usato nei miei confronti. Offendere per denigrare serve soltanto a buttare fango su una verità scomoda, nient’altro. Il metro usato è di una semplicità volgare, anche se è stato usato dal Sindaco di Napoli. Resta volgare, persino se lo pronunciasse Papa Francesco. Io sono convinto che una buona parte di politici, usano lo stesso metro di giudizio che ha usato de Magistris, al di là del livelli intellettuali e culturale. E’ più efficace del ragionamento per convincere la gente. Specie se passa sui Social. Io sono convinto che oggi a Napoli qualcuno sta brindando a tutto questo e non sono i personaggi dei romanzi di Saviano. Sono convinto pure, che il post al sindaco gli è stato ordinato da "Copacabana". Possiamo dire che il "saldatore" ha fatto uso del deretano del Sindaco. Nelle sue parole, si sente la carne viva che puzza di ipocrisia. Tranquillo gli passerà gli mancano solo pochi anni di mandato. Poi tornerà ad essere per Napoli un semplice tuo compaesano del Vomero e considererà una sparatoria di un quartiere del centro di Napoli, una attrazione turistica una normale attività culturale. Persino gli innocenti morti, saranno considerati una perdita collaterale non programmata dall’amministrazione comunale in carica.
Se nel progresso del Sindaco di Napoli chiunque esso sia, c’è la possibilità di morire a 14 anni per un colpo di pistola sparato per sbaglio; preferisco vedere Napoli e non Morire a 50.
Con stima
Con stima