Carabiniari

Chiamati i CARABINIARI.

Cari compaesani, cari concittadini, cari amici e amici degli amici. Scordammucci u passatu simmu do Cenadi pe carità. “Chiamati i Carabiniari”

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Peccato non avere avuto niente per registrare. Far sentire con la propria voce le parole dei consiglieri comunali nell’ultimo consiglio del 15/09/2010. Quello che ha determinato la revoca del vice sindaco dottor Casalinuovo.   Pensavo che si procedesse per prima alla revoca del vice e poi eventualmente, con altri punti all’ordine del giorno. Pensavo che ci fosse una sorta di correttezza istituzionale. Mi sono chiesto? In quale veste vota, l’ancora vice sindaco non detronizzato, se si pongono prima della sua revoca, punti all’ordine del giorno? Mah!!!  Mi sono sbagliato.  Arrivato puntuale mi sono seduto e ho ascoltato il consiglio comunale. La prima cosa che ho notato; la posizione da già revocato vice sindaco. Sedeva dove ero seduto io da consigliere comunale. Anomalo…….  I punti in discussione sono stati tre. Il primo verteva su un’acquisizione di un edificio al patrimonio pubblico. Il Sindaco ha spiegato i motivi di questo intervento, motivando tale decisione dopo aver inviato ai presunti proprietari una diffida ad intervenire. Visto l’assenza di risposte, l’amministrazione ha deciso di chiedere al consiglio di procedere all’acquisizione dell’immobile, considerata la pericolosità dell’edificio; sia da un punto di vista strutturale che igienico sanitario.  Su questo punto si sono accesi un po’ i polsi, il vice sindaco non ancora detronizzato ha sostenuto che altri interventi devono essere prioritariamente attivati, visto che negli ultimi anni, hanno veramente provocato un serio pericolo.  Il consigliere Casalinuovo Giovanni ha dichiarato che ci sono state molte denunce per quell'abitazione. Persino il Commissario, negli anni passati e intervenuto.  Le prime illazioni tra consiglieri alla fine si passa alla votazione.  Il vice vota contro. L’acquisizione passa. La casa si venderà, dico io. Si, perché si venderà come tutte le abitazioni che passano nelle mani della nostra amministrazione comunale. La Regione Calabria negli ultimi 15 anni, ha finanziato e ristrutturato edifici per destinarli come edilizia residenziale pubblica. Qualcuna è stata venduta, altri dopo anni d’attesa sono state assegnate, altri riscattate, altri ancora concessi prima in una maniera e poi regolarizzate. Persino l’abitazione concessa alla chiesa, prima è stata data in una maniera e poi dopo il richiamo del Prefetto, riassegnata in un’altra.  Non si pensa alla casa come un diritto da sostenere.Difatti, oggi il comune di Cenadi non ha nessuna abitazione ne alloggio disponibile. Nemmeno per le urgenze, e guarda caso, ne capitano.   Io posso essere testimone di due condizioni nella quale il comune non ha saputo gestire l’emergenza. La prima riguarda una nostra compaesana costretta a dormire in branda sotto il comune, perché la sua abitazione era dichiarata pericolosa. L’ultimo più recente l’incendio che ha costretto Pino a ricoverarsi all’ospizio. A Cenadi una politica abitativa non è mai esistita e da quello che si vede mai esisterà. L’introito delle case vendute non è stato mai destinato a costruirne altre e assegnarle a canone agevolato. Nemmeno destinare quei soldi, per trovare un locale idoneo da adibire, dietro un compenso dignitoso ad ambulatorio medico.  Adesso i medici pagano all’incirca 20,00 euro al mese e si accontentano di stare in un locale non idoneo all’espletamento della loro professione. Non interessa all’amministrazione di programmare una politica del sociale. Soddisfare il diritto alla casa dei compaesani che si trovano nelle condizioni di poter accedere, non è prerogativa dell’amministrazione. Le case la nostra amministrazione non le costruisce. Vengono ristrutturano con i soldi della Regione e poi il Comune li vende per soldi. Questo bisogna registrarlo negli ultimi anni, da parte delle amministrazioni che si sono susseguite. Hanno preso dalla Regione soldi per il sociale, l’hanno trasformato in soldi da destinare in altri settori che non hanno gli stessi obiettivi della legge che li ha finanziati. Una sorta di riciclaggio legislativo. Come i soldi, dello stesso tipo di quelli che l’amministrazione ha introitato per la concessione data alle società dell’eolico. Bisognava allargare le curve, se no, i pali da dove passavano?Per questo allargamento il comune ha percepito 19.000 euro. Su quest’argomento messo in discussione il vice sindaco criticando l’intervento della Società, ha sostenuto che ha deprezzato la montagna, specie nel punto dove interessa al nostro Comune. Naturalmente, anche sulla montagna il gioco è lo stesso. Non si valorizza, ma si sfrutta per i soliti soldi. Bisogna registrare che l’amministrazione odierna ha incassato notevoli somme di denaro, per il taglio dei lotti di bosco. Lo stesso vicesindaco detronizzato lo ha rammentato nel suo intervento, ponendo alcuni dubbi sull'utilizzo delle risorse.   La prova ne è, la totale assenza di controllo e intervento sui punti di ristoro abitudinari che c'erano nella nostra montagna.  La località denominata il “ponte di San Giovanni”, l’altra “Minchiozzo”.Nella prima località gli interventi di manutenzione sono stati solo svolti dalla Comunità Montana. La
IMG_0178IMG_0548img18Chiesa ormai consacrata al niente, è stata oggetto per le altre amministrazioni di una sorta di valorizzazione della montagna. Costruita, per volontà dell’amministrazione precedente, inaugurata più volte, ormai rimane circondata dalla spazzatura. I miei occhi questa estate  ne hanno incrociata tanto d'incuria e disinteresse per la montagna. Come quella che ha ormai cancellato la seconda località montana; Il laghetto di Minchiozzo. Una frana, lo ha divorato. Il laghetto è ormai chiuso dall’erba e gli alberi lo coprono completamente. I tavoli ormai non ci sono, come gli alberi d’altronde. La sorgente, anch’essa ristrutturata dalla Comunità Montana è priva di un qualsivoglia contenitore per la spazzatura. Difatti il canale è pieno di bottiglie di plastica. L’incuria per le sorgenti che abbiamo in montagna è evidente anche per quella che si trova sulla strada Provinciale. Oltre ai tifosi-vandali, il comune mette la sua parte. Senza contenitori pure quella sorgente, ha il canale adiacente pieno di bottiglie e plastica di ogni genere. La stessa cosa vale per la sorgente sotto la struttura del comune in località Minchiozzo. Non è dato sapere se è potabile o non è potabile. Eppure dai certificati di quasi 15 anni di prelievi, è sempre risultata potabile. Arrivata questa amministrazione ed è diventata non potabile. Adesso non si sa più come considerarla. L'unica cosa certa, che per fare le analisi hanno dovuto pagare, una ditta specializzata, privata. L'ARPACAL, in tutti i suoi prelievi di questi ultimi anni, ha accertato la potabilità della sorgete, la ditta privata, no. 

Non c’è una politica della montagna e questo è evidente, persino giudicando questa entrata. Se ci fosse stata una politica di difesa, la concessione ad allargare la strada per il transito dei pali eolici, sarebbe stata uno strumento di lotta, contro il devastamento generalizzato delle nostre risorse montane. Ormai non ci sono montagne intorno a noi che non hanno pali eolici impiantati. Girifalco, Cortale, Olivadi, Chiaravalle Centrale, tutti hanno ormai istallato pali eolici. L’occasione della concessione era una possibilità per dimostrare che l’amministrazione comunale di Cenadi è contro l’innesto criminale dei pali eolici sulle montagne. Ma come al solito è meglio trasformare tutto nei soliti soldi. Poi se non sono stato informato male, l’attuale amministrazione è interessata più all’inceneritori di bio massa. Dove il combustibile sarebbe il sotto bosco. Non c’è speranza per la montagna, diventerà solo soldi. Anche questa nuova entrata è registrata in bilancio e passa alla votazione, senza il voto del vice sindaco. L’ultimo punto quello più atteso dal pubblico era la

decapitazione del vice. Il sindaco-presidente, finito di leggere i regolamenti e le leggi con le quali lo autorizzavano ha revocare il mandato del suo vice, si sono aperte le danze. Da lì, primi scazzi. Il Sindaco terminando il suo intervento per motivare la sua decisione, ha chiarito che oltre a dargli questa facoltà la legge e i regolamenti, una volta venuta a mancare la fiducia il sindaco può a suo insindacabile parere revocare le deleghe che lui stesso in precedenza ha assegnato. Alla fine dell’intervento, il diritto di replica era doveroso. Infatti, il consigliere comunale dott. Casalinuovo ha cominciato chiedendo insistentemente al sindaco di rispondere alle innumerevoli domande: “forse sono stato revocato perché durante il mio mandato sono stato mazzettaro signor sindaco.????? Forse signor sindaco ho preso soldi per me durante il mio mandato!!!!??????. Forse signor sindaco ho aiutato miei parenti, ...…”.  Una sorta di auto difesa accusatoria. Considerato il ruolo che lo stesso aveva nella giunta prima di quel consiglio, tutte quelle accuse sembravano provenire da un uomo che oltre alla rabbia, si sfoga di quello che ha visto nella sua permanenza in
IMG_0475IMG_0507gIMG_0180giunta. Ha dichiarato che nel primo periodo le giunte non si facevano regolarmente. Infatti si è visto costretto ad approvare un calendario che fissava le riunioni della stessa. Ha difeso il lavoro che fino a quel momento ha svolto da assessore alle politiche sociali e chiudendo il suo intervento ha sostenuto che i motivi addotti dal sindaco non hanno niente di politico ma nascondono altro. La discussione era ormai accesa. Se ne sono dette di tutti i colori.  L’assessore Totino dall’atro lato del tavolo nel suo intervento pronunciato in piedi, ha motivato a parere suo la scelta presa dal sindaco. Sostenendo che il carattere del dottor Casalinuovo era incompatibile e ingestibile con gli altri membri della giunta. Persino altre associazioni e gruppi hanno avuto con il dottore Casalinuovo un rapporto conflittuale, concludendosi sempre nel fallimento dell’iniziativa che lui stesso proponeva. L’associazione teatrale, la proloco; la sua uscita ne è una prova di incompatibilità sociale. Si sono tirati fuori persino accordi elettorali, nel quale si prefigurava una giunta senza la presenza del dottor Totino. Patti saltati, accuse d’ogni genere. Persino favori di lavoro fatti prima dell’esperienza nel consiglio. Abbiamo saputo i primi amici che hanno aiutato, gli amici degli amici, nella carriera lavorativa. Alla fine i ranghi si sono aperti. Le

accuse cominciavano ad essere infierite in piedi. Il sindaco si alza con qualche consigliere di maggioranza. Si dirigono verso il vice deposto e cominciano ad infierire. Il sindaco cita il regolamento sostenendo che il tempo a sua disposizione era finito. Il consigliere Casalinuovo rispondeva, sostenendo che il regolamento non può essere usato solo a vantaggio del sindaco. Cominciano a riprendere i “nervetti” e alla fine si conclude con il solito. “chiamati i Carbiniari!!!”. Il sindaco chiede al vigile urbano di chiamare le forze dell’ordine e di intervenire per allontanare il consigliere Casalinuovo. Alla fine della discussione si sono composti i ranghi. Alla contro replica del sindaco, il consigliere Casalinuovo vice ormai deposto, si è alzato abbandonando la seduta. Il sindaco, con un intervento di 45 minuti ha spiegato tutto il lavoro svolto,  i progetti in cantiere e quelli che si attiveranno. Per ragioni di spazio ometterò la propaganda.  L'unica cosa che rimane da fare al Sindaco e proiettare gli ultimi anni li legislatura in una dimensione politica visto che fino adesso di politica non se nè vista. Magari facendo qualcosa di rivoluzionaria per il nostro paese. Visto che siamo peggio dei talebani. Attualmente ne il consiglio ne la giunta ha componenti femminili; il sindaco potrebbe nominare per sostituire l'assessore alle Politiche sociali deposto, una donna. L'unica scelta possibile per non dire di aver perso due anni senza aver fatto niente.