Un buco un copertone una poesia

Non è il buco dell’ozono ne l’effetto serra a farlo tuonare
ne l’inquinamento atmosferico lo può contenere;
il cielo d'agosto è scuro ormai tropicale
tutti aborigeni di un mondo paradossale.
I Lampi più forti abbagliano le nuvole dal didentro
prendono corpo e poi si liberano contro.
Pare di guardare da lontano corde incandescenti
scendere e tramortire in un attimo i presenti.
Spettacolo da ammirare, non da maledire
con il “salvami Regina” ti ripari e puoi proseguire.
T’ho pensato e sarà stato forte, perché a guardare;
un fulmine ho visto scendere e toccare il mare.
Nel petto una bassa pressione latente
secondi di bagliore di una faccia, col potere tuonante.

I Cantantari

Tutto é lecito pure se stonato
un continuo continuare smisurato
intorno al quale il cantante é disarmato:
ho è bravo ho è un coglione smisurato.
Uno alla volta poi una pausa una voce
un piacere una canzone un ricordo
non rimane che un momento sordo
che ritorna di microfono precoce.
È un gioco un divertimento un passa tempo
un surrogato di macelleria stagionale,
cantante un po' popolar artificiale
B&B di una voce o meglio di un crampo.
Perché non si lascia cantare chi nella voce ha le ali
la solita canzone di un cofanetto seriale
mentre i cantatari son clonati da rituale;
gli ubriachi cantano meglio e non sono artificiali.