Compost

Povere canaglie di pelo ormai acerbo
deboli uomini che hanno solo il garbo
di vomitarti addosso il loro caglio
acidificante per bocche artiglio;
batti petto di un Dio che non ha orgoglio
l’ostia se la mangiano per puro imbroglio.
Sono i soliti a leccare merda
gli piace quando qualcuno l‘evacua
loro sotto con la lingua; pare cacare meringa
non ne perdono un tozzo non è vacua
la mettono nello stomaco per l’arringa.
Analfabeti accertati, non sono scolarizzati
vivono in tondo per essere apprezzati
da soli sono solo coglioni patentati.
Non sapevo che dovevo competere
con le parole e le acca aspirate
con i titoli e i diplomi addirittura comprati.
Se li avessi usati avrebbero ragione
ma ne posso fare a meno li uso come carta da parati
non c’è titolo per la verità se i coglioni sono pure imparentati.
Vi lascio un punto e virgola dentro una scoreggia
per voi naturalmente quasi un saggio
un dittongo incastonato nell’oltraggio
di pensare che pure la scoreggia, si sente sotto la pioggia.
Potrei scrivere del paese come una antologia
di stronzi che galleggiano e inventano poesia.
Potrei scrivere di quando sono uscito pazzo
quando la mente mi ha acceso come un razzo
quando ho detto ha Dio del mio amore che non era un pupazzo.
Vi potrei parlare persino del latte scaduto.
Come si è accertato del reato; i carabinieri a mandato
a quello che era suo zio, un po’ rincoglionito e pensionato
voleva intimidire il figlio consigliere onesto e a suo dire drogato.
C’è chi la chiama concessione chi appalto
chi contratto o comodato d’uso;
speculare sui morti è un reato nient’altro che una abuso.
Nemmeno un pelo dalla schiena riuscireste a tirarmi,
gli infami e i disonesti sono collera come vermi
dentro la terra sono letame a balle,
compost per gli imbrogli e per le loro continue palle.