Due sfumature di Sacro
Due sfumature di Sacro
08-lun-2016
Io sono il vero, tu sei una copia falsa.
La testa sul collo te l'hanno messa da sempre
di legno e di ben taglio sei una copia carbone
un falso parallelo di un uomo che sono io e non sono ladrone.
Io sono la voce tuonante, tu sei muto e niente dici
si fanno il segno della croce per essere mendaci.
Io li vedo che pur si muovono, e i piedi ti baciano.
Ho parlato con mia madre Elisabetta e mio padre Zaccaria
non era una copia ma una bottega in avaria.
Mio Padre perse la voce ma poi mi disse anche lui di preciso.
Perdonali, ma una cazzata non è un peccato ma un inciso
che non va in paradiso nemmeno di striscio in purgatorio
sono Cenadesi che hanno perso l'antico orgoglio
poi ci pensa Dio a mettere in piano il vino con l'olio.
Tu sei stato e sempre sarai un doppio per i girelli
I bronzi son di Riace e rimangono solo quelli
il fiume è il Giordano non sono i Dardanelli.
Dovresti startene chiuso come un tempo
io sono io e tu sei solo un pezzo di legno
servi per le processioni per le feste e per i soldi
non per le preghiere né per le invocazioni
è tempo perso se ti salutano per ogni azione.
Oggi ci sei tu, ma un ologramma di domani
riesce a mostrarti persino il tuo culo in tre dimensioni.
Hai la faccia di Balboa e le mani di Frenk Sinatra
dall'America a me ricordano, mica a te che sei copiato.
È la mia Chiesa, poi son venuti i Preti
e l'hanno popolata per farmi sentire in compagnia
qualcuno dovrebbe stare non in Chiesa ma a casa sua.
Quando ti stipavano al buio non mancava la devozione.
I padri e i nonni non erano mica fedeli coglioni
li costringo io a portarti sulle spalle ad ogni processione
prima che i padri dei nonni mi portassero a me che sono missione.
Il peso lo soppeso io, oggi come ieri nelle mie grazie.
Ricordati sempre che tu sei una copia per mestiere
Io sono il Battista, da me solo si consacra il regno di giustizia.
La testa sul collo te l'hanno messa da sempre
di legno e di ben taglio sei una copia carbone
un falso parallelo di un uomo che sono io e non sono ladrone.
Io sono la voce tuonante, tu sei muto e niente dici
si fanno il segno della croce per essere mendaci.
Io li vedo che pur si muovono, e i piedi ti baciano.
Ho parlato con mia madre Elisabetta e mio padre Zaccaria
non era una copia ma una bottega in avaria.
Mio Padre perse la voce ma poi mi disse anche lui di preciso.
Perdonali, ma una cazzata non è un peccato ma un inciso
che non va in paradiso nemmeno di striscio in purgatorio
sono Cenadesi che hanno perso l'antico orgoglio
poi ci pensa Dio a mettere in piano il vino con l'olio.
Tu sei stato e sempre sarai un doppio per i girelli
I bronzi son di Riace e rimangono solo quelli
il fiume è il Giordano non sono i Dardanelli.
Dovresti startene chiuso come un tempo
io sono io e tu sei solo un pezzo di legno
servi per le processioni per le feste e per i soldi
non per le preghiere né per le invocazioni
è tempo perso se ti salutano per ogni azione.
Oggi ci sei tu, ma un ologramma di domani
riesce a mostrarti persino il tuo culo in tre dimensioni.
Hai la faccia di Balboa e le mani di Frenk Sinatra
dall'America a me ricordano, mica a te che sei copiato.
È la mia Chiesa, poi son venuti i Preti
e l'hanno popolata per farmi sentire in compagnia
qualcuno dovrebbe stare non in Chiesa ma a casa sua.
Quando ti stipavano al buio non mancava la devozione.
I padri e i nonni non erano mica fedeli coglioni
li costringo io a portarti sulle spalle ad ogni processione
prima che i padri dei nonni mi portassero a me che sono missione.
Il peso lo soppeso io, oggi come ieri nelle mie grazie.
Ricordati sempre che tu sei una copia per mestiere
Io sono il Battista, da me solo si consacra il regno di giustizia.