Femminicidio burocratico.

Femminicidio burocratico.

Io resisto, provo, mi sforzo. Prego non tanto. Dico a Dio di trattenermi, ma è occupato e ad altre faccende affaccendato. Poi mi sento fortunato e mi rimproverò da solo come un Dio fotocopiato. Mi ridico trattieniti, se le cose le sai non le sapere un comando è una violenza se colpisce due donne in una stanza. È il preludio alla fine dell'etica morale del peccato d'essere superiore. Mi chiedo che senso ha il potere, se si pensa che non viene dal basso, non come un sedere ma proletario di un contro potere. Se sbaglio sarò punito, come merito e come ormai predeterminato. Ma se non grido, mi si ferma il cuore il fegato e il desiderio, di dire a Dio che posso fare da solo, fin quando continua ad essere per me, un Iddio affaccendato. Meglio soli, che con il disprezzo della propria coscienza come se fosse un cono come un gelato. Meglio di un Dio che se lo chiami è sempre occupato.